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Da un censimento condotto da Confcommercio a livello territoriale nel corso dei primi mesi di avvio del Sistri su un campione rappresentativo di imprese del trasporto e della gestione dei rifiuti, emergono dati preoccupanti dai primi comparti finora interessati dalla prima fase di avvio di questo sistema.

 1.   Tutte le imprese hanno ridotto la propria attività con conseguente decremento del fatturato, quantificabile nel settore del trasporto in 20.000 euro in media in un anno con picchi anche di 40.000 per alcune imprese. In alcune segnalazioni il minor fatturato è stato quantificato al 50%;

2.   Il tempo per le operazioni si è generalmente raddoppiato ed è stato necessario dedicare o assumere almeno una nuova risorsa per gestire la nuova piattaforma. Oltre al costo di questa nuova risorsa (quantificabile, dalle imprese censite, in 20.000 euro lordi annui) si aggiungono i costi per formare il personale addetto, quantificabili in media in 3.000 euro annui (seminari, corsi di formazione etc.);

3.   Molti dispositivi apparentemente funzionanti, dopo alcune operazioni, si sono bloccati rendendone necessaria la sostituzione. In tutti i casi si sono registrati tempi lunghissimi sia in caso di token (anche 8 giorni di attesa) che di black box (2 mesi) con conseguente danno per fermo mezzi, etc.;

4.   Il 30% è l’aumento medio registrato in termini di ore lavorative da dedicare a operazioni che prima si compivano molto più agevolmente con i vecchi adempimenti cartacei (registri e formulari). Basti pensare ai tempi di connessione troppo lunghi: per un semplice allineamento di dati anagrafici si è registrata, in alcuni casi, un’attesa anche 1 ora;

5.   L’interoperabilità in molti casi non è stata praticabile e anzi nemmeno richiesta per gli eccessivi costi che l’azienda non sarebbe stata in grado di sostenere. La sostituzione del server, nuovi pc, nuova rete internet più veloce hanno comportato in media – relativamente alle imprese censite - un costo di 10.000 euro con picchi di 60.000 euro.

Confcommercio, quindi, anche alla luce dei dati raccolti, ha espresso preoccupazione per l’ avvio del Sistri (3 marzo) anche per i produttori di rifiuti pericolosi e ha segnalato che la recente conversione in legge del decreto Milleproroghe, con lo spostamento al 31 dicembre 2014 delle sanzioni per la violazione degli adempimenti connessi alle disposizioni sul Sistri, non solo non risolve le criticità avvertite dalle imprese, ma produce anche un ulteriore appesantimento operativo ed economico. Fino al 31 dicembre 2014, infatti, le imprese saranno costrette ad operare con un doppio regime di adempimenti: l’utilizzo sia dei vecchi documenti cartacei che delle nuove procedure informatiche.

 

 

03/03/14
Categoria: Impresa e Istituzioni

Tipologia: Scenario nazionale

 
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