Distribuzione edile: il convegno nazionale Sercomated
Scommessa su crescita dimensionale, ecosostenibilità e digitale. Parole chiave: formazione, finanza, filiera
Al Green Pea, Green Park Retail a Torino, i lavori del convegno nazionale Sercomated 2021, incontro annuale organizzato da Sercomated, il Centro servizi per le imprese della distribuzione edile. Presentato da Edoardo Sabbadin, docente di Economia e gestione delle imprese del Dipartimento di Economia dell’Università di Parma e da Imen Boulahrajane, media expert e founder di Will, il convegno “La scommessa della distribuzione edile” ha puntato i riflettori sull’attualità del settore e sui nuovi progetti per il futuro nel settore dell’edilizia e della distribuzione edile.
“Senza magazzino edile non esiste filiera”: è questa l’esortazione di Giuseppe Freri, presidente di Federcomated, la Federazione Confcommercio dei distributori di materiali per l’edilizia. “La trasformazione che stiamo vivendo, anche nel mondo della distribuzione dei materiali da costruzione deve essere guidata dal mondo dell’imprenditoria con intelligenza e competenza. La partnership tra la distribuzione e i produttori di materiali edili deve essere un rapporto di trasparenza per coltivare insieme un progetto sul territorio, attraverso la trasformazione dei punti vendita in luoghi di comunicazione e di diffusione del buon costruire, dove poter esaltare un nuovo ruolo del distributore, che è uno dei perni attorno a cui ruota il settore dell'edilizia”.
I numeri di Ance – elaborati su dati Istat – hanno rivelato ottimismo per il futuro: le previsioni del Pil del prossimo anno sono del + 5%, un incremento significativo, e gli investimenti in costruzione nel primo trimestre 2021 segnano un + 17% con previsione per il 2021 di quasi +9%. Dati importanti per il settore delle costruzioni: il primo trimestre da gennaio ad aprile 2021 ha segnato un +46,6%.
Le dinamiche della distribuzione edile sono in una fase di profondo cambiamento e si sta delineando uno scenario dove il piccolo, da solo, è destinato a cessare la sua attività. “La filiera è articolata ma dà forti stimoli dal punto di vista della gestione d’impresa, considerando la complessità del settore che conta addirittura 21 categorie merceologiche diverse tra loro dal punto di vista tecnologico che convivono nella stessa offerta commerciale”. Offerta che “a sua volta si interfaccia con una serie di competenze che finora non siamo riusciti a fondere e a presentare come unico referente immediato per garantire anche all’utente finale un solo interlocutore” ha osservato Mario Verduci, segretario generale Federcomated e amministratore delegato Sercomated. “La dimensione aziendale – ha proseguito - è stata una criticità storica del nostro settore. Le imprese retail si suddividono in indipendenti (circa 6.500), in multipoint (30 con più di 3 punti vendita), e aggregazioni di impresa (1.500 distribuite in 40 consorzi) quindi, mediamente, 37 associati per ogni consorzio”: con fatturato medio per punto vendita di 2 milioni e 280mila euro, mentre quello nazionale corrisponde a 2 milioni 125 mila euro.
Si osserva un’evoluzione del mercato dalla quantità alla qualità: “Elementi di criticità che la distribuzione edile in Italia ha affrontato nel passato sono stati la sottocapitalizzazione con scarsa attrattività per gli investitori, con un nanismo di impresa che ci ha penalizzato nella globalità” prosegue Verduci. “La linea di demarcazione per il settore è stata il 2008 con la crisi dei subprime e lo sconvolgimento mondiale del settore immobiliare. Si sono affermate le forme di aggregazione di imprese e sono nati i primi gruppi di acquisto; concluso il ciclo delle costruzioni si è affermato il mercato della ristrutturazione che ha acquisito un peso rilevante nell’economia complessiva di circa 150/160 miliardi di euro e il 73% dei cantieri. Altro importante tassello della mutazione del comparto è l’ampliamento dell’offerta dei magazzini edili che da B2B sono diventati anche B2C, inserendo i materiali di finitura e portando a una crescita dimensionale delle imprese: quasi il 50% dei magazzini edili ha infatti aperto una sala mostra per le finiture”.
Lo scenario attuale e il prossimo futuro del settore vedranno protagonisti l’e-commerce, le nuove forme di comunicazione di marketing, l’ingresso della Gdo nel mercato e i conseguenti cambiamenti nelle dinamiche: “… è quindi imperativo oggi crescere e pensare agli investimenti anche utilizzando la digitalizzazione”. “Ma l’azienda per crescere ha bisogno anche di persone e di competenze specializzate, per questo sarà sempre più necessario creare nuove figure professionali all’avanguardia come quella del Progettista sistemico, promossa proprio da Federcomated. Una figura che può ridurre il gap tecnico e tecnologico tra i componenti della filiera: produttore, distributore, progettista e posatore”, ha spiegato Verduci.
La semplificazione burocratica è uno degli obiettivi di efficienza economica e funzionale importante per le imprese. "Le agevolazioni fiscali, che stanno aiutando il settore in questo momento difficile, sono però anche un punto negativo nell’ottica di investimenti poiché lo stato di economia assistita spaventa il finanziatore che non vede un'autonomia gestionale e una redditività tale da rientrare nei piani di acquisizione degli investitori del settore. L’edilizia è ancora vista dalle banche con grandissima diffidenza, tale da considerare il nostro settore a rischio, ma per modificare questa opinione bisogna uscire dall’assistenzialismo; se vogliamo avere un'edilizia moderna e rinnovata è chiaro che lo Stato dovrà favorire dei provvedimenti permanenti” ha concluso Verduci. E Luca Berardo, presidente di Sercomated, ha aggiunto: “Come filiera dobbiamo esporci in modo deciso per ottenere una visione strutturale e non assistenzialista. Lavorare oggi in un mercato che vive di bonus rende estrema l’incertezza imprenditoriale e gli osservatori esterni al settore restano molto scettici verso aziende in piedi grazie a un sistema di aiuti e incentivi con una scadenza prolungata senza una programmazione almeno di medio termine”.
Formazione, Finanza e Filiera: queste le tre F da declinare nel settore. “La finanza diventa positiva e chiave di volta per sviluppare la crescita ma è direttamente collegata alla formazione dell'imprenditore e degli addetti per un’apertura agli accordi di filiera, con colleghi e concorrenti, e a quella spersonalizzazione dell’azienda intesa come superare l’idea di essere proprietari del 100% per andare verso una condivisione, nell’accezione di un gruppo di acquisto o di un multipoint, per abbracciare la crescita in maniera positiva senza i freni del passato” ha detto Berardo.
05/08/21