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Misery Index Confcommercio n. 6-2025

 

Il MIC di maggio 2025 si conferma stabile a 9,6. La stima riflette il moderato aumento (1,7% dall’1,6% di aprile) dell’inflazione per i beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto, e la stabilizzazione al 6,6% del tasso di

disoccupazione esteso. Sul versante del mercato del lavoro è atteso, a maggio, un marginale aumento degli occupati associato a una costanza del numero dei disoccupati. Queste dinamiche dovrebbero portare a una stabilizzazione del tasso di disoccupazione ufficiale al 5,9%. Nello stesso mese si stima una modesta riduzione, in termini congiunturali, delle unità di lavoro standard (Ula) destagionalizzate, attualmente in CIG e comunque interessate dalle diverse forme d’integrazione salariale.

Il combinarsi di queste dinamiche lascerebbe il tasso di disoccupazione esteso al 6,6%.

Secondo le stime provvisorie a maggio 2025 l’inflazione dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto è

salita all’1,7%. Il lieve aumento riflette principalmente l’incremento dei prezzi degli alimentari controbilanciato, in parte, dal permanere di una tendenza alla riduzione dei prezzi dei carburanti. Si consolidano, pertanto, le attese di una stabilizzazione, anche nei prossimi mesi, dell’inflazione dei beni e servizi che le famiglie acquistano con maggior frequenza.

Il quadro congiunturale, pur caratterizzato da molteplici elementi d’incertezza, mostra alcuni segnali incoraggianti.

Il sentiment delle famiglie e delle imprese ha registrato, a maggio, un miglioramento. L’inflazione, in linea con le attese, sembra aver esaurito la fase di moderata ripresa.

Anche sul versante dell’occupazione non sembrano esserci segnali, nel breve periodo, di una brusca interruzione della fase espansiva. In linea con queste dinamiche l’area del disagio sociale si dovrebbe confermare anche in estate, al netto di marginali oscillazioni, sui livelli degli ultimi mesi. Elemento che potrebbe contribuire a migliorare nella seconda parte dell’anno la dinamica dei consumi, attenuando il possibile impatto negativo di un inasprimento delle politiche commerciali e garantendo il raggiungimento di una crescita della nostra economia nell’intero 2025 prossima allo 0,8%.

 

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