Creative Commons propone un modello secondo il quale
è il singolo creatore a decidere quali diritti tenere per sé,
quali invece dare in licenza a chi rispetta le condizioni di
utilizzo. Questo nuovo modo di gestire i contenuti, a dif-
ferenza di altri, ha il pregio di essere un generatore di
business model” alternativi e sostenibili, basati sulla
condivisione di alcuni contenuti per usi prestabiliti,
dando allo stesso tempo all'autore/creatore l’opportunità
di controllare in modo granulare la gestione di questi
diritti.
Creative Commons
L'utilizzo delle licenze Creative Commons è ormai una
realtà solida, con più di 40 milioni di contenuti diffusi su
Internet e offline e diversi esempi di imprese e artisti di
successo: tra gli altri si possono segnalare i casi di Cory
Doctorow, scrittore di successo approdato da poco anche
in Italia, che ha rilasciato il suo libro in Creative
Commons gratuitamente su Internet, attivando così un
processo virale di diffusione e promozione editoriale a
costi estremamente bassi e con risultati più che buoni
(
oggi Cory Doctorow scrive il blog più letto al mondo);
o Magnatune, la prima etichetta discografica che offre la
possibilità di ascoltare i brani on-line gratuitamente
prima di acquistarli, e di scambiare con gli amici quelli
acquistati.
Il progetto Creative Commons nasce nel 2001 presso
l’università di Harvard dove il suo fondatore, Lawrence
Lessig, insegnava diritto costituzionale e cyberlaw (il
diritto di Internet). L’idea alla base di Creative Commons
viene a Lessig osservando la storia del processo di esten-
sione della durata del diritto d’autore negli Stati Uniti e
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