ricerca farmaceutica vorrà essere presente nei risultati
delle ricerche relative agli oggetti della sua ricerca. E
così anche l’utente “Mario Rossi” vorrà essere trovato
quando viene ricercato il suo nome.
Stabilire la propria presenza è il primo passo per
un’azienda che vuole entrare in Internet, requisito neces-
sario per la costruzione della propria identità e reputazio-
ne, in modo da entrare nella conversazione con le giuste
qualificazioni.
La gestione della presenza porta con sé però alcune par-
ticolarità che differenziano Internet dagli altri media.
L’utente di Internet è un utente mediamente più informa-
to che arriva all’informazione aspettandosi risposte a
domande molto precise. L’informazione generica, pre-
confezionata, ha un effetto spesso negativo dopo il primo
impatto. Le informazioni essenziali devono essere strut-
turate in modo da essere facilmente fruite. Si può quindi
stabilire un valore della presenza on-line, misurando il
valore dell’informazione che si fornisce. I requisiti per
formare un’informazione di valore possono essere sinte-
tizzati con un altro schema a nido d’ape, sempre ad opera
del nostro Peter Morville.
L’informazione deve avere prima di tutto un valore
determinabile per l’utente. In secondo luogo, dev’essere
l’informazione che cerca: dev’essere quindi desiderabile,
accessibile, fruibile. Si pensi ad esempio all’installazio-
ne di un programma per poter accedere ad un’informa-
zione; dev’essere credibile e quindi verificabile. Non
bisogna mai dimenticare che l’utente su Internet ha a
disposizione moltissimi strumenti per verificare le infor-
mazioni che trova. Dev’essere usabile, deve quindi for-
nire un’esperienza gradevole e non una corsa ad ostaco-
li; dev’essere infine utile: non c’è niente di peggio di
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WEB 2.0: it’s all about data